Fuori dalla cella è intenso il profumo della libertà.

La Libertà: il pensiero principale di Bryan.
Ultimo giorno di cella, ultimo allenamento e poi si respirerà un’aria nuova. La salvezza per Bryan è stato il suo strenuo allenamento che gli ha permesso di non pensare troppo.
Dopo sette anni finalmente la libertà. Rinascere a ventisei anni per vivere una vita nuova.
Giusto il tempo per consentire a Garret, il suo anziano compagno di cella, di fare le ultime raccomandazioni: rigare diritto e accettare di lavorare fino a spaccarsi la schiena, anche fosse per pochi soldi. Ma, soprattutto, ricordarsi che le cose semplici portano sempre qualcosa di marcio.
Garret dovrebbe scontare ancora due anni e con i suoi settant’anni la vita in cella diventa ogni giorno più dura.
Un abbraccio sincero a Garret, un abbraccio mai dato prima con uguale intensità e poi la libertà.
Pochi attimi ed è come rinascere… una sensazione che riprende l’esperienza di quando si esce dal grembo materno. Chiuso per sette anni in un buco di cella, ora libero.
Solo, senza un tetto, senza un lavoro, senza un amico, ma libero.
Camminare, senza saper con esattezza quanto, ma andando sempre avanti.
Camminare fino a un campetto di calcetto.
Dalle giovanili del Chicago Fire al carcere per colma della sregolatezza.
Troppa è la tentazione per non entrare e sedersi sulle gradinate.
I giocatori, in procinto di iniziare la sfida, stanno discutendo. Manca un elemento, proprio all’ultimo minuto.
Ed è uno dei giocatori, un certo Connor, si volta e chiama Bryan.
«Sai fare dei passaggi e hai un po’ di fiato per correre?»
Il tono di Connor è scostante e a stento Bryan controlla il suo istinto.
Ma Bryan si alza e lo segue.
È passato un attimo dalla paura per una vita vuota alla spensieratezza di una partita di calcio.
da “Il profumo della libertà” di Luigi Carciello